La reporter che si finse pazza

La storia incredibile di Nellie Bly, pioniera del giornalismo d’inchiesta, tra le prime donne reporter capace, con le sue inchieste, di cambiare la storia

Massimo Polidoro
6 min readMay 9, 2022

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Nel settembre 1887 tutti i giornali di New York diffusero la notizia di una ragazzina smarrita che si comportava in modo strano e che stava per essere rinchiusa a Blackwell’s Island, il manicomio della città.

Il New York Times parlò della «misteriosa trovatella con lo sguardo esaltato della persona braccata che ripeteva in continuazione non ricordo. Non ricordo». Tutti supplicavano chiunque la conoscesse di venirla a prendere ma nessuno si presentò e così la ragazza finì al manicomio.

C’era un solo quotidiano che non ne aveva assolutamente parlato, il New York World, per un motivo molto semplice: sapeva che ogni appello era inutile. E lo sapeva perché quella ragazza giudicata demente oltre ogni speranza di guarigione era in realtà Nellie Bly, una loro cronista, perfettamente sana di mente, che faceva finta di essere pazza per indagare sulle condizioni del manicomio.

Una storia davvero incredibile, ma vera, quella di Nellie, non solo perché una donna cronista nella seconda metà dell’ottocento era una rarità, ma anche perché tutta la sua vita sembra un autentico romanzo, pieno di colpi di scena, grandi fortune conquistate e perse, tradimenti, eccezionali imprese.

Elizabeth Jane Cochran, questo il suo vero nome, era figlia di un giudice di campagna relativamente benestante, la cui morte improvvisa svelò tuttavia la sua incapacità di provvedere alla numerosa famiglia, costretta di fatto a vendere casa e trasferirsi in un quartiere povero, e impedendo alla ragazza di proseguire gli studi che tanto sognava.

Ad accendere il suo animo di giovane donna intraprendente, che non accettava di essere rinchiusa nello stereotipo dell’angelo del focolare, fu un articolo del Pittsburgh Dispatch dal titolo “What Girls Are Good For” (A cosa servono le ragazze), in cui l’autore sosteneva che le donne appartenevano alla sfera domestica e il loro principale compito era quello di badare alla famiglia, cucinare e cucire. Elizabeth, che si sentiva fortemente soffocata dalla mancanza di opportunità, scrisse una lettera…

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