Che cosa succede quando veniamo smentiti?

Capire perché è spesso tanto difficile accettare di avere torto può aiutarci a comprendere come mai certe persone non smettono di credere a bufale e teorie del complotto.

Massimo Polidoro
5 min readFeb 4, 2021
Jake Angeli, una delle figure più simboliche del “delirio complottista” che ha portato all’assalto al Campidoglio americano, dopo l’arresto ha prima chiesto il perdono a Donald Trump e poi, non sentendosi tradito, si è detto disposto a testimoniare contro l’ex presidente. Photo: Getty Images.

Per tutto il 2020, anno davvero notevole in fatto di bufale (tra quelle sul coronavirus e le presidenziali americane), il mio libro Il mondo sottosopra, dedicato a capire come nascono e perché crediamo a bufale e complottismi, è stato continuamente citato e preso spesso come riferimento in tanti ambiti.

Tra le lezioni che cerco di condividere nel libro, oltre che nel mio Corso di psicologia dell’insolito, c’è quella che riguarda ciò che accade nella mente di chi crede a qualcosa e poi viene sonoramente smentito.

In questi giorni, ne stiamo vedendo un’applicazione da manuale. I complottisti di QAnon, come si ricorderà, sostenevano che Trump avrebbe vinto le elezioni americane e sconfitto la “cabala di satanisti” che governerebbe il mondo di nascosto: era tutto scritto, tutto previsto, non potevano sbagliarsi…

Anche durante il tremendo attacco al Campidoglio da parte degli estremisti fan di Trump si sono visti diversi seguaci di QAnon, convinti che quello fosse il giorno del giudizio: il Grande Risveglio, come lo…

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